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Le differenze tra pianista e tastierista nella musica pop.

Due figure spesso erroneamente confuse, ma che trovano nella storia e nell’evoluzione di questi due strumenti musicali la loro essenza.

La musica contemporanea prevede che ogni strumento abbia una propria storia ed evoluzione, che arrivano dal passato e che, tra epoche, talenti e novità, hanno condotto a ciò che intendiamo con quello specifico sound di quello strumento in particolare.

È bene dunque pensare che, nella storia dell’uomo e quindi anche della musica, gli strumenti siano sempre anti da una forte necessità, un’esigenza di allargamento della griglia del suono stesso, al pari del piano delle applicazioni dell’armonia volta a rendere la stessa composizione sempre più brillante, interessante e stimolante.

Un chiaro esempio è la musica antica che, di contro, era costituita da schemi molto ridotti in confronto alle scale moderne, che permettono maggior libertà e una gamma del suono maggiore e più versatile. Un esempio di questo discorso è proprio l’utilizzo dei Tetracordi diatonici si fonda su schemi costruirti su 4 note.

Parallelamente, il mondo delle tastiere è molto ampio, pertanto un pianista e un tastierista difficilmente possono essere accostati nella tecnica e nell’applicazione finale ed è assolutamente da considerare come questi due strumenti siano cambiati nel tempo, l’uno, poi, come evoluzione e modernizzazione dell’altro.

Il pianoforte, ad esempio, presenta caratteristiche fortemente diverse dalle tastiere, in particolar modo se intendiamo l’utilizzo di sintetizzatori, che portano lo stesso tastierista ad essere considerato figura artistica pi vicina a quella di un programmatore e utilizzatore di synth. Una grande evoluzione strumentale, a pensarci bene, se pensiamo che si tratta dello stesso sviluppo dall’organo più che del pianoforte.
Ed è proprio questa la prima differenza che a sua volta scaturisce una serie di caratteristiche che il pianista deve affrontare nel proprio percorso formativo e di aggiornamento e che lo differenziano visceralmente dal tastierista.

PIANISTA E TASTIERISTA: UN PO’ DI STORIA
A partire dal nome di chi suona questi strumenti: il termine tastierista viene erroneamente utilizzato in riferimento a chi suona sintetizzatori o workstation, ma si tratta, al contrario, di un termine che include in sé tutti gli strumenti a tasto, come anche il pianoforte.
E poi il percorso per formare queste differenti figure professionali.
Quello del pianista prevede uno studio dello strumento che comprende l’utilizzo delle principali tecniche di espressione come la dinamica attraverso la tastiera pesata, i pedali d’espressione (in primis il pedale di sustain).
Si tratta di elementi che il tastierista moderno non utilizza: questo perché, come nell’organo a canne, trattandosi di uno strumento ad aria, a differenza del pianoforte non ha una meccanica a corda percossa. Pertanto, le tecniche di espressione vengono studiate in modo differente: ad esempio la dinamica varierà attraverso il pedale d’espressione e non tramite l’intensità con la quale si preme il tasto. Questo comporta tutta una serie di differenze tra i due strumenti e quindi anche di preparazione tecnica.

COME SI SUONANO PIANOFORTE E TASTIERA?
Pianoforte e tastiera sono due strumenti che prevedono una importante differenza nel modo di venire suonati: per essere valorizzati e inseriti in una produzione moderna, infatti, richiedono un utilizzo in termini di estensione e utilizzo armonico molto differente per poter valorizzare l’arrangiamento, sia per strumento solista sia qualora inseriti in un contesto d’insieme.
Non da ritenere scontato, quindi, che un tastierista possa anche essere pianista, anche se nel percorso di studi moderno si prevede lo studio di entrambi gli strumenti.

PIANISTA E TASTIERISTA: GLI STRUMENTI

Tra gli strumenti del pianista si cita, oltre al pianoforte digitale, anche il piano elettrico come il Fender Rhodes visto durante i concerti di Stefano Bollani.
Per il tastierista, invece, oltre ai sintetizzatori che richiedono la conoscenza di alcuni suoni base in ambito moderno (come il Pad, suoni lead come il Moog, …) si elenca anche l’organo hammond.

Sicuramente, per concludere, all’origine di tutto troviamo in ogni caso lo studio e l’approfondimento del pianoforte, strumento relativamente moderno rispetto ad altri come il clavicembalo, e le caratteristiche dell’organo a canne, discipline utili a comprendere meglio le differenti strade dalle quali arrivano un pianista e un tastierista.